I benefici delle coccole per i bambini: quali e quanti sono

“Quante coccole, ma non lo starò viziando?”
Tutte le mamme durante le prime fasi di vita del loro cucciolo si ritrovano a porsi questa domanda cercando la risposta che assicuri la crescita sana e serena del proprio bambino. Ad oggi sono numerosi gli studi scientifici che sembrano confermare i benefici delle coccole per i bambini: coccolare il proprio piccolo non è un vezzo ma una strategia importante per favorire un sereno sviluppo psichico del bambino.
Lo dice una ricerca americana, condotta dall’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD), pubblicata su Child Development. Questa tesi sembrerebbe dissipare qualsiasi dubbio e affermare che genitori super impegnati e poco affettuosi nei confronti dei figli piccoli, aumenterebbero i livelli di cortisolo – ormone dello stress – nei bambini. In genere di buon mattino, affermano gli scienziati, i livelli di cortisolo sono piuttosto alti per poi lentamente diminuire nel corso della giornata. Nei bambini meno coccolati sembra accadere esattamente il contrario: questi si svegliano con bassi livelli di cortisolo, che poi tendono a salire nel corso delle ore sviluppando stati di ansia nel bambino. Tutto chiaro quindi, da questa ricerca sembra emergere i benefici delle coccole per i bambini che muoveranno i primi passi alla scoperta del mondo con più fiducia in se stesso. E, allora, via libera alle coccole senza paura di viziarli.
Non dimentichiamo che l’esperienza del contatto è un aspetto fondante per gli esseri umani.
Il potere comunicativo di un gesto semplice come un abbraccio ad esempio è ciò che più spesso ricerchiamo a qualsiasi età nei momenti di maggior sconforto, quando rivediamo qualcuno dopo molto tempo oppure quando vogliamo esprimere gioia.
Per i più piccoli è una grande gioia ricevere manifestazioni di affetto che non dovrebbero essere mai essere considerate inadeguate. È giusto lasciare che i genitori esprimano le proprie emozioni in maniera libera e senza paura che il proprio figlio diventi un “mammone”.