I libri di settembre: Le sei storie delle emozioni e Che rabbia!

Settembre è il mese perfetto per dedicare qualche minuto in più a piacevoli letture. Tra un gioco e un’ultima nuotata con il salvagente, o tra uno spuntino e la nuova raccolta di figurine, i nostri piccoli sono più predisposti a scoprire e a imbattersi in nuove ed esilaranti storie.
Tra i tantissimi libri che nei mesi estivi hanno occupato la cima della classifica dei più letti troviamo Le sei storie delle emozioni di Sara agostini e Che Rabbia! di Mireille D’Allancé. Due letture, dal leitmotiv molto simile, che portano alla luce tutta una gamma di sentimenti che i bambini possono provare – dalla felicità, alla paura, alla rabbia -, ma che a volte fanno fatica a comprendere o a razionalizzare.
Consigliati dai tre anni in su, Le sei storie delle emozioni e Che Rabbia! potranno favorire numerosi spunti di conversazioni e far riflettere i genitori anche sui sentimenti che si possono provare durante questa “complessa e delicatissima” età.
Libri per bambini 3 anni: Le sei storie delle emozioni di Sara Agostini
Sara Agostini con grande maestria ci porta in un mondo fatto di sentimenti: i sentimenti dei bambini. Dai connotati molto netti, questo universo si colora di tinte forti, così come forti – per come vengono avvertite – sono le emozioni dei bambini: blu per indicare la fifa, verde l’invidia, arancione la gioia, grigio la tristezza, giallo la gelosia, rosso la vergogna.
La prima storia parla della paura e si chiama appunto Una fifa blu. Racconta la storia di una famiglia e precisamente di fratelli che nel cuore della notte si svegliano spaventati e vanno nel lettone di mamma e papà rompendolo inevitabilmente. Costretti dalle circostanze, dovranno quindi trovare velocemente delle soluzioni per dormire nel loro lettino senza avere più paura.
Edito nel 2016, da Editrice Gribaudo, è un libro che può testimoniare, meglio di altri, come si può stare bene pur vivendo appieno tutte le emozioni, anche quelle più paurose.
Libri per bambini 3 anni: Che rabbia! di
Roberto è un bambino come tanti. Ha passato una bruttissima giornata e quando torna a casa ad attenderlo per cena ci sono gli odiatissimi spinaci. Il padre, senza accorgersi del suo stato d’animo, lo accoglie anche con uno sgradevole “Levati quelle scarpacce!”.
Roberto arrabbiatissimo si chiude in camera e sente poco a poco che quel sentimento prende forma e si materializza. In un lampo, ecco che davanti ai suoi occhi la Cosa rossa. Quasi soggiogato, ubbidisce al mostro rosso e insieme distruggono molti oggetti della camera: il comodino, la lampada, i libri.
Solo quando tocca il suo baule dei giocattoli, distruggendo il suo camion preferito, Roberto comprende tutta la grandezza e distruttività della Cosa. Ha così la forza di cacciarla via e pian piano il mostro diventa sempre più piccolo fino a farlo entrare in una scatolina.
La storia nella sua semplicità riesce bene a descrivere come possano essere irrazionali e frustranti i sentimenti, a tutte le età; e se si provano da bambini, questi diventano ancora più complessi da gestire, tanto da diventare mostri capaci di prendere forma.
La materializzazione della rabbia assume così una valenza catartica che raggiunge l’apice nel passaggio in cui Roberto riprende il controllo, scaccia il mostro e prova a rimettere insieme i pezzi dei suoi giocattoli.
Ed è proprio qui che riscontriamo il messaggio fondamentale dell’autrice: quello che segue il momento di ira, “la riparazione” è la possibilità che ci viene data di poter riparare ai nostri errori.
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