Cosa dice tuo figlio? Il linguaggio dei neonati

linguaggio dei neonati

Fin dalla nascita, i bambini si preparano al loro grande momento: pronunciare la prima parola! Ma già con i loro pianti, i loro mugolii e anche con le loro grida, i bambini cercano di comunicare con noi. 

Il linguaggio dei neonati

La primissima forma di relazione che il bambino instaura con i genitori è sicuramente lo sguardo, quello che gli specialisti chiamano “lo sguardo innamorato”. È il modo in cui mamma e figlio, o papà e figlio, a lungo si contemplano, si osservano, si conoscono in modo intenso, speciale, innamorato, appunto.

La seconda è il pianto, che si può sprigionare a tutto volume o con urla piene di rabbia, con un piagnucolio sommerso o con potenti striduli. Vuoi conoscere il significato del pianto dei neonati, leggi cosa dicono gli esperti!

Dai primi giorni di vita fino alle sei settimane, i suoni riprodotti dai bambini sono ancora il prodotto di una sorta di “effetto di riflesso”, a seguito di una stimolazione involontaria; solo intorno ai due mesi iniziano le prime vocalizzazioni, ovvero la versione primordiale del linguaggio del neonato atto per interagire con i genitori: un susseguirsi di “gghhh”, “oooo”, “ahhh” e altre vocali ripetute che i piccoli pronunciano quando sono contenti.

Il viso del neonato: il “mezzo non verbale” più importante

Attraverso il loro viso, i bambini ci parlano e ci fanno comprendere i loro stati d’animo: ad esempio, muovendo le sopracciglia, socchiudendo gli occhi, aprendo la bocca o, come succede dopo una poppata, sorridendo. In questi mesi di “silenzio” i nostri piccoli ci studiano, ci osservano, memorizzano i suoni che ascoltano, cercano di imitarci mentre sorridiamo.

Verso i sei mesi inizia la musica. Si sentono i primi stentati “pa” e “ma” o altri suoni non meglio identificabili. Anche i movimenti sono un tipo di linguaggio dei neonati: confusi, non coordinati e involontari.

I bambini spesso alzano improvvisamente la testa, o si sporgono dal passeggino, quando riconoscono un suono, una voce, o alzano il dito quando vogliono indicare un oggetto, o se sono riusciti ad associare un oggetto a una parola.

Dopo i 10 mesi, finalmente, via libera al fiume di parole, è arrivata la fase della lallazione: parleranno, parleranno e parleranno… con parole storpiate, prive di senso ma dette con l’entusiasmo della prima conquista! Nel pronunciarle cercheranno di imitare i toni, l’intonazione e anche la mimica facciale dei genitori, proprio per questo è fondamentale interagire con il bambino già durante i primi giorni di vita.

Oltre a essere storpiate, le prime parole saranno un vero e proprio esercizio di creatività e stile: “dadà” per indicare un oggetto, “bao bao” per chiamare la sorellina, “cua” per chiedere l’acqua. Non è indispensabile correggerli subito la pronuncia, ma mentre il bambino continua a “giocare parlando”, voi continuate a indicare la parola nel modo corretto.

In poco tempo le parole reali sostituiranno quelle inventate. Leggi i nostri suggerimenti per sviluppare il linguaggio del bambino.