I capricci dei bambini: 4 consigli per sopravvivere

Chiamateli capricci, i primi no o i terrible two, la sostanza non cambia. La fase dei due e tre anni è un periodo di per sé critico, cioè di “rottura” e cambiamento, durante il quale i nostri piccoli pargoli, di fatto, non sono più gli angioletti di mamma e papà o almeno non sempre.
I terrible two sono – ed è necessario perciò considerarli – una manifestazione tipica e naturale che facilmente si spiega con acquisizione da parte del bambino di una maggiore autonomia rispetto ai genitori e con la voglia di mettersi alla prova e confrontarsi con il mondo che li circonda.
Terrible two: tanti sentimenti difficile da esprimere
Il sviluppo del bambino da 2 a 3 anni è molto delicato: lo svezzamento si è stabilizzato – il bimbo che mangia quasi tutti gli alimenti, il passo è sicuro, il linguaggio fiorisce, la voglia di esplorare è sempre più prepotente; in tutto questo prende forma la sua identità, come individuo a sé stante rispetto alla mamma, con la quale fino a poco tempo prima si sentiva un tutt’uno.
Il bambino avverte quindi il bisogno di interagire, di affrontare le cose da solo, di sperimentare nuove possibilità, ma le emozioni che scaturiscono dalla sua voglia di identità sono contrastanti: l’eccitazione si alterna alla paura del nuovo e di non farcela da solo, e inevitabilmente viene preso dalla frustrazione che non tutto va come desidera.
Insieme ai capricci, infatti cominciano a manifestarsi nuovi comportamenti: la paura del buio, gli incubi notturni, una specie di regressione nell’attaccamento alla mamma con richieste continue di coccole, il desiderio costante di avere vicino un “oggetto del cuore” (non a caso definito “transizionale”), la suzione del dito, e così via.
Bambini che dicono sempre no: come esprimono la loro individualità
In base a quanto detto, il “no” del bambino diventa così un’arma magica e potentissima in suo potere: è lo strumento con il quale sfida l’adulto e lo fa per definire il proprio Io – in contrasto con il genitore – e per capire fin dove può spingersi.
Infatti solo l’adulto può fornirgli un chiaro sistema di limiti e di regole, entro il cui confine territoriale gli è consentito muoversi, in termini fisici ed emotivi. Solo così il bambino acquisirà pian piano i concetti di “cosa può fare” e “cosa non può fare”.
4 consigli su come gestire i capricci dei bambini
Dare consigli pratici è sempre qualcosa di pericoloso, tuttavia la psicologia dello sviluppo dà importanti indicazioni su cosa può essere più o meno utile fare in base alle capacità cognitive ed emotive di una determinata età e contribuire, in tal modo, a diffondere una migliore conoscenza dei nostri bambini. Ecco i nostri consigli per sopravvivere ai capricci dei bambini:
- Regole in bella vista
In questa fase di sentimenti contrastanti, cerchiamo di stabilire piccole e semplici regole, non più di una decina, da portare avanti con determinazione e fermezza: ad esempio, non si grida, non si picchiano altri bambini, alle otto si va a dormire. Non cedete, non tentennante e soprattutto non fate eccezioni.
- Cercate di essere sempre coerenti
Uno degli errori più diffusi è quello di infrangere i patti e le regole che si è stabilito. C’è chi un giorno è indulgente e un altro no: così il bambino non capisce perché lo stesso comportamento un giorno va bene e l’altro no, oppure perché viene ignorato da un genitore e dall’altro messo in castigo. Messe a punto le regole, queste dovranno essere rispettate da tutto il nucleo familiare in modo da evitare confusione e disorientamento nel bambino.
- I capricci sono solo un modo per ottenere l’attenzione
Se in un luogo pubblico il bambino grida e scalcia è necessario mantenere la calma. Aggiungere le vostre urla a quelle del vostro bambino non servirà a niente, anzi spesso è controproducente. Se non è possibile ignorarlo, cercate di contenerlo con un atteggiamento fermo, senza agitarvi, portandolo in un luogo più tranquillo e aspettando che “sbollisca”.
- Ricordatevi che state parlando con un bambino di due anni
Parlate in modo chiaro, abbassandovi verso di lui per guardarlo negli occhi. Non fate grandi discorsi o ragionamenti, avete davanti a voi un bambino di soli due anni. Tenete la voce calma e pacata e fate solo capire che non è il modo corretto di comportarsi.
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